Rassegna Stampa
Astrofili cernuschesi a caccia di un esopianeta, ovvero un corpo celeste simile alla Terra appartenente a un sistema solare diverso. Potrebbe arrivare dalla riva del Naviglio una prossima scoperta scientifica di astronomia e magari il pianeta stesso potrebbe avere, oltre al nome scientifico, quello di Cernusco.
Il gruppo di appassionati che gestisce l’Osservatorio Gabriele Barletta lungo l’alzaia del Naviglio, da qualche tempo può contare su un nuovo strumento: un telescopio molto più performante del precedente. Si tratta di uno strumento fatto realizzare appositamente per la struttura cittadina dalle Officine Marcon di San Donà di Piave.
«Questo telescopio permette di osservare gli esopianeti – ha spiegato il presidente degli astrofili Marco Perego – Questi infatti si possono individuare grazie a macchine come questa in grado di rilevare anche minime differenze di luminosità. Tutto è basato sul fatto che se si inquadra una stella, quando le passa davanti un pianeta, ossia si ha quello che tecnicamente è chiamato un transito, la sua luce avrà una attenuazione. Grazie a tale rilevazione si possono eseguire alcune considerazioni sul corpo celeste».
In questi mesi in cui la macchina è stata «messa alla prova» puntando su una stella di 13° magnitudine di classe K nella costellazione dei Gemelli, poco più della metà della massa del nostro Sole. Attorno a essa orbita il pianeta Hat-p-54b, un pianeta simile a Giove, gassoso ma più caldo perché è molto vicino alla sua stella. «Volevamo incominciare a provare a individuare un esopianeta già conosciuto – ha spiegato Perego – Abbiamo scelto quello perché continuiamo, ormai da parecchio tempo, ad avere il problema della mancata potatura delle piante attorno all’Osservatorio. Quella stella è però osservabile comunque per buona parte della notte. Non è stato semplice raccogliere tutti i dati necessari, i transiti mediamente sono durati più di tre ore ciascuno, soggetti a volte al mutare delle condizioni meteo del cielo, nubi o nebbie, correnti di vento. Però ora che siamo riusciti a individuare l’esopianeta possiamo tentare il passaggio successivo».
Ovvero cercarne uno che non stato ancora individuato. «Si tratta di selezionare alcune stelle che possono ospitare un sistema solare e quindi sceglierne una e iniziare le osservazioni – ha proseguito – E’ una “caccia” davvero appassionante.
Certo, se riuscissimo a risolvere il problema delle piante la nostra ricerca sarebbe agevolata».
Tutto però oggi è sospeso a causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus. Le attività all’Osservatorio sono ferme dal 23 febbraio. Poi quando sarà finito l’inferno, quando non sarà più necessario rimanere chiusi in casa, potremo finalmente dire con Dante, come nell’ultimo verso della prima delle sue tre cantiche della Divina Commedia «E quindi uscimmo a riveder le stelle». E allora sarà più bello anche andare alla ricerca di altri Mondi.
Articolo pubblicato sulla Gazzetta della Martesana il 21.03.2020