PASADENA, Calif. – Secondo un recente studio, condotto sulla base dei dati forniti dal telescopio spaziale Spitzer e pubblicato il 19 Agosto nell’Astrophysical Journal Letters, i sistemi binari compatti non sarebbero i luoghi più adatti allo sviluppo della vita. L’osservatorio a infrarossi ha rilevato, infatti, un’enorme quantità di polveri attorno a tre di tali sistemi che potrebbero essere i residui di tremende collisioni planetarie, eventi che, secondo Jeremy Drake, del Centro per l’Astrofisica Harvard-Smithsonian di Cambridge, potrebbero essere abbastanza frequenti in tali ambienti.
Il team di astronomi coinvolto nella ricerca afferma, infatti, che nel caso di stelle in uno stadio maturo, come quelle in questione, le polveri sono generalmente dissipate dai venti solari e che quindi la loro ingente presenza potrebbe essere giustificata soltanto da nuove formazioni.
Le stelle binarie studiate, che appartengono alla classe RS Canum Venaticorum, orbitano l’una attorno all’altra in pochi giorni, separate da una distanza di soli 3.2 milioni di chilometri, (circa il due per cento della distanza Terra-Sole). Si stima che la loro età sia confrontabile a quella del Sole, nel periodo in cui apparvero le prime forme di vita, e anche le dimensioni sono simili. Queste stelle, però, ruotando molto più velocemente, generano potenti campi magnetici dando origine a gigantesche macchie scure sulla loro superficie mentre potenti venti solari ne rallentano la rotazione, avvicinandole progressivamente nel tempo. La variazione dell’attrazione gravitazionale che ne consegue potrebbe perturbare le orbite dei corpi planetari o di comete orbitanti, attorno a entrambe, con conseguenti catastrofiche collisioni. Ciò potrebbe coinvolgere anche pianeti della zona definita “abitabile”, che sarebbe quella in cui le temperature permetterebbero l’esistenza dell’acqua allo stato liquido.
Uno di questi sistemi era stato già segnalato nel 1983 dall’Infrared Astronomical Satellite, poichè presentava un’eccessiva luce infrarossa e i ricercatori hanno scoperto, inoltre, di recente un disco caldo di frammenti attorno a una stella che poi si è rilevata un sistema binario.
“Se esistesse una forma di vita su questi sistemi stellari e potesse rivolgere lo sguardo al cielo, godrebbe di una vista spettacolare poichè i cieli potrebbero avere due enormi soli come quelli del pianeta Tatooine in Guerre Stellari”, dice Marco Matranga, primo autore dell’articolo, dell’Harvard-Smithsonian. e ora ospite all’osservatorio astronomico di Palermo.
Fonte: NASA
Traduzione a cura di Maria Gabriela De Paola