Grazie a un telescopio della NASA, alcuni scienziati hanno individuato la presenza di acqua, sotto forma di ghiaccio e di composti organici, sull’asteroide Themis, uno dei più grandi corpi rocciosi della Fascia Principale.
La scoperta lascia spazio all’ipotesi che, in tempi remoti, alcuni di loro, insieme alle comete, potrebbero aver trasportato sulla terra tali molecole, indispensabili per lo sviluppo della vita. La ricerca, pubblicata su Nature, è il frutto di sei anni di osservazioni, condotte da Andrew Rivkin e Joshua Emery. L’analisi dei dati registrati rivela un’evidente firma spettrale di acqua e composti del carbonio ed è stata confermata anche dalle ricerche condotte, in maniera indipendente, dal team diretto da Umberto Campins dell’University of Central Florida.
I risultati sono sorprendenti poiché finora si è ritenuto che Themis, orbitando attorno alla nostra stella a “soli” 479 milioni di chilometri, fosse troppo vicino all’intensa sorgente di calore del Sole per presentare tracce di ghiaccio. L’ipotesi è che questo sia rimasto intrappolato al suo interno fin dai tempi dell’origine del sistema solare, 4.6 miliardi di anni fa.
La ricerca potrebbe contribuire, in modo significativo, a riformulare le teorie sulla formazione del sistema solare e sulla natura degli asteroidi. Si fa avanti, inoltre, la prospettiva che in futuro questi ultimi potrebbero costituire stazioni di rifornimento e di approvvigionamento di acqua nel corso di esplorazioni interplanetarie.
Gli asteroidi e le comete continuano a essere oggetto di studio della NASA che li rileva, localizza e caratterizza, usando sia telescopi terrestri sia spaziali, nell’ambito di un programma di osservazione denominato comunemente “Spaceguard”. Il suo obiettivo è il tracciamento delle orbite dei corpi che potrebbero avvicinarsi pericolosamente al nostro pianeta.
Fonte: NASA
Traduzione: Maria Gabriela De Paola