Alla scoperta dell’Osservatorio astronomico di Cernusco sul Naviglio
Articolo pubblicato sulla Gazzetta della Martesana il 13.06.2020
CERNUSCO SUL NAVIGLIO (ndi) – Fin dall’antica civiltà egizia, l’uomo ha alzato il naso all’insù per ammirare la bellezza delle stelle e scoprire corpi celesti. La passione per l’astronomia è quella che ha spinto un gruppo di giovani nel lontano 22 ottobre 1988 a tuffarsi in una nuova avventura. «Abbiamo cominciato a radunarci in pochi, eravamo inizialmente sette adolescenti, tra i 15 e i 18 anni, come le sette stelle più luminose dell’Orsa maggiore ci dicevamo – ha raccontato Marco Perego, attuale presidente dell’associazione Astrofili cernuschesi – Siamo stati ospitati nel centro Cardinal Colombo da don Nando Macchi, il quale condivideva questo interesse nel campo scientifico. Il sacerdote ci aveva dato la possibilità di ritrovarci sul terrazzino dove osservavamo in compagnia il cielo grazie a un piccolo telescopio. Così è nata l’idea di creare un’associazione che pian piano si è consolidata, perciò abbiamo proposto all’Amministrazione il progetto di costruire un osservatorio astronomico».
Dopo dodici anni di riunioni e incontri, l’Amministrazione Frigerio ha deciso di realizzare l’osservatorio nel parco del Naviglio (in prossimità di Cascina Villa, a pochi passi da Vimodrone) dove è attualmente collocato. La struttura è stata inaugurata dall’allora sindaco Daniele Cassamagnaghi nel 2004 e fu intitolata a Gabriele Barletta, uno dei sette soci fondatori (insieme a Luca Gerli, Fabio Santamaria, Franco, Marco e Roberto Perego e Andrea Grieco), scomparso prematuramente a causa di un incidente stradale mentre si recava al lavoro.
In questo periodo purtroppo l’osservatorio è chiuso al pubblico a causa del Covid-19: “Siamo ancora in attesa di disposizioni dal Governo su come riaprire in sicurezza – ha aggiunto il presidente – Prima di tale emergenza solitamente organizzavamo due serate al mese aperte a chiunque fosse interessato per osservare le stelle e un incontro di giorno per guardare il sole. Gli ingressi sono gratuiti, possiamo ospitare una ventina di persone contemporaneamente».
Un bel passo in avanti è stato compiuto nel 2019: «Siamo riusciti ad acquistare un nuovo telescopio, quello di prima era di terza, anzi quarta mano comprato da un osservatorio di San Benedetto Po – ha aggiunto – Eravamo all’inizio del percorso, il budget era ridotto e abbiamo preferito orientarci su quello strumento che abbiamo adoperato per parecchi anni sistemandolo e rendendolo più efficiente. Nel 2016, quando il Governo stabilì che si poteva donare il 2 per mille anche alle associazioni culturali, abbiamo raccolto una somma superiore alle aspettative, quasi 12mila euro. Tramite conoscenze abbiamo trovato un artigiano veneto che aveva un telescopio mai utilizzato di un privato dalla Puglia. È uno strumento moderno e sicuramente ci permette di svolgere delle osservazioni più accurate se non fosse per un grosso problema. La visuale dall’osservatorio è ostruita dalla vegetazione: le piante dal 2004 non sono mai state potate, alcune sono alte anche più 30 metri. In pratica abbiamo solo un terzo del cielo visibile, d’estate non possiamo più guardare la luna, viceversa d’inverno non possiamo più osservare il sole. Da quasi tre anni i pianeti orbitano nella parte più bassa del cielo e non è possibile studiarli, ci siamo persi due eclissi lunari e l’avvicinamento di Marte alla Terra. Abbiamo più volte chiesto un aiuto all’Amministrazione, ma al momento la situazione è ancora ferma».
Perego si è poi soffermato sui progetti per il futuro: «Possedere una porzione più ampia di cielo ci consentirebbe di avere più scelta ed esaminare i movimenti dei pianeti extrasolari. Alcuni siamo già riusciti a scorgerli, in talune circostanze servono anche quattro ore di analisi continua durante la transizione dall’inizio alla fine. Per ora abbiamo cercato stelle e pianeti con un transito breve, in una seconda porzione di firmamento visibile: siamo riusciti in particolare con un gruppo di lavoro coordinato dal nostro socio Stefano Carli a trovare un pianeta extrasolare. Abbiamo utilizzato un sensore digitale che lavora a bassissime temperature, sotto gli zero centigradi, per scattare delle fotografie ogni 30-40 secondi. Successivamente abbiamo montato i vari frame e con programmi appositi abbiamo misurato la quantità di luce prodotta dalla stella: si nota nella curva di luce ad un certo punto una zona più scura, ciò testimonia la presenza di un pianeta. Inoltre si possono ricavare importati dati come l’orbita del corpo, l’inclinazione rispetto a noi e la dimensione. Parametri che in passato erano noti solo ai grandi centri di astronomia mentre oggi questo tipo di studi vengono fatti dagli osservatori come il nostro. È un lavoro meticoloso, i grandi ricercatori si occupano magari di progetti più importanti ma grazie alle osservazioni della rete degli osservatori come il nostro, sono stati scoperti circa tremila corpi che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole. Il concetto di sistema solare è cambiato radicalmente rispetto a qualche anno fa, abbiamo fornito una prova dell’esistenza di altri pianeti extrasolari. È sicuramente una soddisfazione, il desiderio ora sarebbe ottenere un codice astronomico che possa permetterci di essere identificati a livello internazionale, così ogni nostra scoperta che faremo verrà riconosciuta universalmente. Ci piacerebbe coinvolgere nell’associazione gli studenti che studiano astronomia all’università e desiderano mettere in pratica le nozioni apprese sui libri, ciò permetterebbe altresì di avviare un ricambio generazionale all’interno del sodalizio».
Infine Perego ha svelato una novità: «Non potendo incontrarci fisicamente con gli utenti, abbiamo pensato di offrire la possibilità di seguire le nostre iniziative superando i muri e le barriere che il distanziamento sociale necessariamente comporta. Perciò, da casa, tutti coloro che lo desiderano, potranno con l’ausilio degli astrofili, affacciarsi su cieli nuovi, osservare l’Universo, seguire conferenze. Basterà collegarsi al sito www.astrofìlicernusco.org o al canale YouTube dell’associazione».
Anche il tradizionale appuntamento con i mesi della scienza beneficerà di questa opportunità. Giunto alla 16esima edizione, nel mese di novembre, tutti i giovedì sera lo si potrà seguire in live streaming con relatori con i quali poter interferire e porre domande. Ad aprire il ciclo di conferenze sarà Grieco, stimato professore di liceo. Fra le innumerevoli iniziative una delle priorità è la divulgazione inclusiva rivolta ai portatori di disabilità. È stata infatti indetta la Giornata italiana della divulgazione inclusiva a cura della UAI (Unione astrofili italiani) a cui il sodalizio cernuschese ha dato la propria adesione con la rassegna «Stelle per tutti»: «Per facilitare la comprensione abbiamo realizzato pannelli con le costellazioni tattili oltre a modelli di stelle di vari diametri per spiegarne le dimensioni, il sistema solare e le distanze planetarie; una fonoteca di suoni registrati dalle sonde nello spazio per ascoltare la sua voce, come venti e terremoti su Marte, il passaggio di sonde attraverso comete e gli anelli di Saturno e altro ancora – ha concluso – Sono state egregiamente collaudate dai nostri disabili durante gli eventi, le piattaforme di supporto per strumenti, al fine di consentire l’osservazione anche da una carrozzina. Sì, “Stelle per tutti”, nello spirito della Costituzione che, all’articolo 33, dichiara che “l’Arte e la Scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”, ma deve essere rivolto a tutti in maniera inclusiva e democratica. Solo così potrà essere elemento di crescita e sviluppo della società in cui viviamo».