Transito di Mercurio / 9 Maggio 2016
L’obbiettivo
Ogni 100 anni avvengono circa 13 transiti di Mercurio sul disco del Sole. Mercurio transitando per uno dei due nodi della sua orbita con l’orbita della Terra si rende visibile. Il transito non sempre è osservabile da tutta la superficie della Terra per via della durata ridotta del fenomeno. L’ultimo visto in Italia è stato nel 2003 ed il prossimo sarà nel 2019 e poi nel 2032.
Il 9 maggio 2016 si ripeteva alla nostra latitudine con inizio del transito dalle ore 13.12, per terminare alle 20.42 con il Sole tramontato.
La sessione osservativa
A tentare l’osservazione Emanuele Russo, Roberto Forestello e lo scrivente Stefano Carli.
Le giornate precedenti e soprattutto il giorno stesso del transito erano funestate da un’uniforme strato di pesanti nuvole cariche di pioggia che non permetteva nemmeno la vista del disco del Sole. In una timida schiarita precedente l’inizio del transito. si procedeva ad allineare il telescopio e regolare l’inseguimento, pronti per il primo e secondo contatto. Da quel momento, strati sempre più pesanti di nuvole coprivano definitivamente il disco del Sole senza neanche più poter scorgere o indovinare la sagoma del Sole.
Operativi con il piccolo sensore webcam Philips Toucam II montato su Rifrattore da 80 mm F/600 e una Canon Eos 100D da 18 megapixel sul Rifrattore apocromatico da 130 mm F/900.
I risultati
Il tempo intanto peggiorava e verso le 15.00 addirittura si doveva chiudere la cupola per proteggere la strumentazione dalla pioggia. Poi all’improvviso, alle 15.35 ora locale, quando ormai non c’era più speranza, un’inaspettata e tenue schiarita di circa 3 minuti con alternanza di nubi, regalava la vista del disco del Sole. Nel pochissimo tempo, alternando l’azione alla webcam e alla macchina fotografica (per evitare il mosso) si operava per ottenere velocemente sia corrette esposizione sia il giusto fuoco. La ripresa alla webcam rimaneva difficile da mettere a fuoco e si riusciva a ottenere un filmato di circa 10 secondi. Gli scatti fotografici, regolati fuoco, tempi e sensibilità, con approssimazioni successive sulle pesanti nuvole, permettevano di ottenere l’immagine del Pianeta sul disco del Sole.
Logbook
Rifrattore Apocromatico 130/900 con Astrosolar
Canon Eos 100D;
Sensibilità: 400 ISO:
Tempi esposizione: 0,6”;
Pixel: 5.184×3.456;
Pixel size: 0,0043 mm (4,3 micron)
quindi con rapporto focale di 900 mm si ha una risoluzione di 0,99 arcsec/pixel
Lunghezza sensore: 22,3 x 14,9 mm
quindi i due lati del sensore avranno un campo di 85,2 minuti primi x 56,9 minuti primi.
A questo punto abbiamo molti elementi per le nostre misurazioni.
- 1) Mercurio Diametro angolare ottenuto: 11,83 secondi di arco
In base al conteggio dei pixel sulle tre immagini risulta che il cerchio sovrapponibile a Mercurio ha un’ampiezza di 12 pixel circa. Con semplice proporzione (o con calcolo diretto con i pixel) si ottiene che 85,2:5.184=x:12 (diametro in pixel di Mercurio) ovvero Diametro angolare al periodo di circa 0,197 minuti primi ovvero 11,83 secondi di arco contro 12 secondi di arco ufficiali alla data. Errore del 1,4% - 2) Mercurio. Misura reale diametro ottenuto: 4.791 km
Distanza dalla Terra nel transito: D= 83.605.000 km (0.558866697au fonte JPL Solar System Dynamics, 1au=149.597.870) e per angoli sufficientemente piccoli possiamo considerare di applicare L=D x tang (alfa); D x( diametro angolare in primi:60 x pi greco:180)
ovvero Diametro reale in Km 4.791 contro la misura ufficiale media di 4.880 km.
Errore del 1,8% pari a soli 89 km - 3) Macchia solare. Misura reale apparente ottenuta: 21.659 km all’incirca
Distanza del sole (1.009588639 au). Con lo stesso metodo variando solo la misura della distanza Terra-Sole e con la 30 pixel di diagonale della Macchia solare, si scopre che la dimensione lineare reale apparente è di circa : 21.659 km
Associazione Cernuschese Astrofili con i contributi di:
Emanuele Russo / Strumentazione e puntamento
Roberto Forestello / Strumentazione e post elaborazione
Stefano Carli / Strumentazione, misurazioni e stesura rapporto