La sonda Venus Express dell’ESA sta aiutando i planetologi a scoprire se un tempo sul pianeta fossero presenti oceani. Se così fosse Venere potrebbe aver iniziato la sua esistenza come un pianeta abitabile simile alla Terra, nonostante oggi sia così diverso.
Mentre la Terra è, infatti, un mondo lussureggiante, mite e brulicante di vita, Venere è un luogo infernale con temperature superficiali superiori a quelle di un forno da cucina. Nonostante ciò i due pianeti sono quasi identici nelle dimensioni e ora, grazie a Venus Express, stanno emergendo anche altre similitudini.
E’ tuttavia evidente una profonda differenza per quel che riguarda il contenuto di acqua. Se si spargesse uniformemente sulla Terra l’acqua contenuta negli oceani, si formerebbe uno strato profondo 3 Km mentre su Venere, condensando il vapore acqueo presente nella sua atmosfera, non sarebbe più profondo di 3 cm.
I dati raccolti dalla sonda, tuttavia, rivelano che la quantità d’idrogeno che sfugge all’attrazione gravitazionale del pianeta, è circa il doppio dell’ossigeno, da cui l’ipotesi che entrambi derivino dalla scissione fotochimica dell’acqua. La sua progressiva dispersione, tuttora in corso, induce a ipotizzare che, miliardi di anni fa, sul pianeta ve fossero grandi quantitativi. Nulla prova ancora, tuttavia, l’esistenza di oceani.
Eric Chassefière dell’Université Paris-Sud in Francia, suppone che proprio tale dispersione, in epoche remote in cui la superficie era allo stato fuso, contribuì all’abbassamento delle temperature che portarono alla sua solidificazione. Non esclude, tuttavia, la possibilità che, dopo la cristallizzazione della superficie, comete in collisione possano aver trasportato acqua in quantità tali da generare zone stagnanti, in cui si sia generata la vita.
Ci sono ancora molte questioni aperte e secondo Chassefière “per comprendere l’evoluzione iniziale del pianeta sono richiesti modelli più approfonditi del sistema oceano magmatico-atmosfera e della sua evoluzione”. Solo allora i dati forniti da Venus Express si riveleranno essenziali.
La sonda Venus Express dell’ESA sta aiutando i planetologi a scoprire se un tempo sul pianeta fossero presenti oceani. Se così fosse Venere potrebbe aver iniziato la sua esistenza come un pianeta abitabile simile alla Terra, nonostante oggi sia così diverso. Mentre la Terra è, infatti, un mondo lussureggiante, mite e brulicante di vita, Venere è un luogo infernale con temperature superficiali superiori a quelle di un forno da cucina. Nonostante ciò i due pianeti sono quasi identici nelle dimensioni e ora, grazie a Venus Express, stanno emergendo anche altre similitudini. E’ tuttavia evidente una profonda differenza per quel che riguarda il contenuto di acqua. Se si spargesse uniformemente sulla Terra l’acqua contenuta negli oceani, si formerebbe uno strato profondo 3 Km mentre su Venere, condensando il vapore acqueo presente nella sua atmosfera, non sarebbe più profondo di 3 cm. I dati raccolti dalla sonda, tuttavia, rivelano che la quantità d’idrogeno che sfugge all’attrazione gravitazionale del pianeta, è circa il doppio dell’ossigeno, da cui l’ipotesi che entrambi derivino dalla scissione fotochimica dell’acqua. La sua progressiva dispersione, tuttora in corso, induce a ipotizzare che, miliardi di anni fa, sul pianeta ve fossero grandi quantitativi. Nulla prova ancora, tuttavia, l’esistenza di oceani.Eric Chassefière dell’Université Paris-Sud in Francia, suppone che proprio tale dispersione, in epoche remote in cui la superficie era allo stato fuso, contribuì all’abbassamento delle temperature che portarono alla sua solidificazione. Non esclude, tuttavia, la possibilità che, dopo la cristallizzazione della superficie, comete in collisione possano aver trasportato acqua in quantità tali da generare zone stagnanti, in cui si sia generata la vita. Ci sono ancora molte questioni aperte e secondo Chassefière “per comprendere l’evoluzione iniziale del pianeta sono richiesti modelli più approfonditi del sistema oceano magmatico-atmosfera e della sua evoluzione”. Solo allora i dati forniti da Venus Express si riveleranno essenziali.
Fonte: ESA
Traduzione: Maria Gabriela De Paola